| Valicencka giunse davanti all'ufficio di Silente insieme all'altro, e annuì alle sue parole attendendo l'invito ad entrare. Aveva paura. Paura di non saper esprimere tutta l'importanza della situazione; paura che l'uomo non la capisse, nonostante le voci che correvano su di lui, infatti, nutriva un po' di timore, come ogni essere umano in fondo. Ma il suo terrore più grande e più profondo era l'effettiva gravità di tutto quello... Insomma, che era successo? Odiava tutta quella tensione! Ricordava ancora i mesi, gli anni precedenti, mentre crescevano assieme. Sino a poco tempo prima non avrebbe immaginato neanche un istante senza Dragonette, adesso era trascorsa un'eternità, almeno dal loro punto di vista. Il loro litigio più lungo era durato un'estate, e nessuno può comprendere quanto entrambe avessero sofferto in quel periodo... Cos'era cambiato? Perchè adesso tutto era così diverso? Stava per entrare nel panico, tanto che le gambe tremarono un po', come se stessero per cedere da un momento all'altro. Sentì il fremente bisogno di afferrare la mano di chi le stava accanto, istintivamente, e quasi si sentì in colpa per quel gesto tanto confidenziale. Cercò di ristabilizzarsi, e dopo uno sguardo sfuggente al giovane tornò a fissare la porta che le si ergeva dinnanzi. Non doveva avere paura. La paura non risolve niente, non muta le situazioni, semmai tende a peggiorarle, e quella circostanza era già abbastanza complessa per nutrire il bisogno di esser aggravata ulteriormente. Tentò di convincersi di questo, esalando un profondo respiro. Le sue parole erano più teoriche che pratiche, ma era già un inizio...
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